“A colpo d’occhio non mi sembra male, sai?”, “Modestamente ho occhio!”, “Non è che si potrebbe chiudere un occhio?”, “Guarda che ti ha fatto l’occhiolino, eh! No, non l’ha fatto a me, l’ha fatto a te.”, “Occhio! Occhio!”, “Non perderlo d’occhio, eh! Mi raccomando!”
Avete capito qualcosa di queste espressioni? Se sì, molto bene, avete una buona conoscenza della lingua. Se no o se avete avuto qualche dubbio, seguite questo video perché sarà illuminante.
Parleremo infatti della parola “occhio”. Una parola semplice ma che da sola o inserita in brevissime espressioni può avere tanti significati diversi. Cominciamo.
Partiamo dall’espressione “a colpo d’occhio”, “a colpo d’occhio” che significa “a prima vista”. In portoghese sarebbe […]. Ok? Quindi ad esempio “a colpo d’occhio questo quartiere mi sembra molto bello”, ok?
E passiamo all’espressione numero due che è “avere occhio”, “avere occhio”. Semplicemente. Che cosa significa? Sta ad indicare in senso stretto la capacità di, con una sola occhiata, misurare le distanze, avere cognizione delle dimensioni. Vi faccio un esempio.
Io potrei parcheggiare la macchina con una sola manovra, ok, qualcuno potrebbe dirmi “beh, complimenti Pierluigi hai occhio. Hai parcheggiato facendo una sola manovra”, ok?
Io potrei dire “beh, sì, modestamente ho occhio”. Cioè ho la capacità di, così, misurare le distanze (le dimensioni) con una sola occhiata, ok? Ma in senso più ampio “avere occhio” significa anche capacità di giudicare o di scegliere
una determinata cosa anche qui con una semplice occhiata, ok?
Ad esempio c’è qualcuno che ha occhio per i ristoranti cioè qualcuno che vede un ristorante da fuori e dice “qui si mangia bene!”, ok? Un esempio è mia sorella, no, mia sorella ha occhio per i ristoranti, no. Vede un posto e dice “ma… andiamo a mangiare lì. Lì si mangia bene!” e infatti andiamo, mangiamo e mangiamo bene.
Passiamo adesso alla terza espressione che è “chiudere un occhio”, “chiudere un occhio” che letteralmente significa fare questo. Ok? Io sto chiudendo un occhio ma in realtà chiudere un occhio è anche un’espressione idiomatica che significa “far finta di non vedere qualcosa”, ok? “Far finta di niente”.
E a questo proposito non posso non raccontarvi un episodio reale (quindi scene di vita vissuta) che ha coinvolto e ha visto protagonisti me ed Adriana in Italia. Un bel giorno eravamo io ed Adriana in Italia in macchina tra l’altro vicino casa, a un certo punto ci ferma la polizia (normale controllo), ok?
“Buongiorno signori, documenti, prego.” “Certamente, ecco qua: documento, carta d’identità.” “E la carta d’identità della signora?” “Eh, no, è che la signora non ha la carta d’identità perché è straniera.” “Ah… è straniera. Bene, di dove?” “Brasiliana.” “Ah… bello, bello, bello il Brasile!” “Eh sì, molto bello!” “Quindi ha il permesso di soggiorno la signora?” “Eh no, è che siamo qui in vacanza per turismo quindi no, non ha il permesso di soggiorno.”
“Ah va bene, non c’è problema. Mi può mostrare il passaporto, per cortesia?” “Eh… il passaporto è che… mannaggia… è che la signora si è dimenticata il passaporto a casa. Quindi io non glielo posso far vedere. Comunque è mia moglie, è mia moglie, siamo sposati.”
“Ah… siete sposati, bene. Quindi mi fa vedere, non so, il certificato di matrimonio. Ce l’ha?” “Certificato di matrimonio? No, non ce l’ho qua però forse ce l’ho nel cellulare, ce l’ho nel cellulare perché l’ho scannerizzato, mi ricordo. Ho la batteria scarica nel cellulare.
Non glielo posso far vedere. Ma ho un’idea. Potrei andare a casa perché abitiamo qua vicino, prendo il passaporto, glielo faccio vedere e così è tutto a posto, no?” “Guardi, signor Rizzo lasci stare. Le credo, le credo. Per questa volta chiudiamo un occhio.” Eh… chiudiamo un occhio che è meglio va… mannaggia!
È permesso? Scusate l’interruzione ma ho un annuncio importantissimo da farvi. Dal 29 luglio al 2 agosto ci sarà la “Semana VAI”. Un evento gratuito e online che organizzo una sola volta all’anno.
Un evento totalmente dedicato alla lingua italiana nel quale condividerò con voi il metodo di apprendimento che utilizzo nel programma VAI (il mio corso a numero chiuso) e che ha già portato centinaia di miei studenti a parlare l’italiano in un anno pur partendo da zero.
Sarà una settimana strapiena di contenuti con video in italiano con sottotitoli e traduzione in portoghese. Mini lezioni di analisi della lingua e ancora consigli e tecniche avanzate per l’apprendimento.
Una lezione pratica e completa di analisi di un pezzo autentico di lingua italiana secondo lo stesso modello che utilizzo nel programma VAI. E ancora una lezione dal vivo in cui parlerò di elementi interessanti della cultura italiana e nella quale potrete interagire con me.
Per partecipare basta cliccare nel link che trovate qui in alto o in basso nella descrizione di questo video. Inserite la vostra e-mail e seguite le istruzioni. Semplice e rapido. E noi ci vediamo il 29 luglio. Mi raccomando! Ciao. Lascio intanto la parola al collega.
E passiamo all’espressione numero quattro che è “fare l’occhiolino”, “fare l’occhiolino” o si dice anche “strizzare l’occhio”, “strizzare l’occhio”. Che significa semplicemente “fare un segno di intesa con l’occhio”, no, questa cosa qua con l’occhio destro. Ok? O con l’occhio sinistro.
Ecco, fatta nelle due versioni, non si sa mai. Quindi “strizzare l’occhio” o “fare l’occhiolino” è appunto fare questo cenno di intesa con un occhio, ok? Quindi è un segnale direi abbastanza internazionale.
E passiamo all’espressione numero cinque che è semplicemente “occhio!” “occhio!”, ok? Quando un italiano vi dice “occhio!” significa che sta richiamando la vostra attenzione su qualcosa. Dire “occhio!” è come dire “attenzione!”, ok?
Quindi vi sta richiamando l’attenzione su un pericolo imminente magari oppure semplicemente si usa “occhio!” per richiamare l’attenzione su qualcosa ad esempio un errore, no.
Quando i miei studenti magari commettono un errore conversando nel gruppo di WhatsApp, io potrei dire o potrei scrivere “occhio a questa cosa!” cioè “attenzione a questa cosa, a questo verbo, a questa espressione”, ok? O semplicemente “occhio!” quindi “attenzione!”.
E concludiamo con la sesta e ultima espressione che è “non perdere d’occhio”, “non perdere d’occhio” che significa “non perdere di vista qualcosa”, ok? Ad esempio in aeroporto bisogna stare attenti a “non perdere d’occhio la valigia”, a “non perdere di vista la valigia” perché ovviamente c’è il pericolo che qualcuno possa… possa rubarla.
E attenzione a proposito di “non perdere di vista” questa espressione è differente da “non perdersi di vista”. C’é questo “-si” che ha una funzione reciproca. “Non perdersi di vista” significa “mantenere i contatti”, ok? “Rimanere (meglio ancora) in contatto”, ok?
Ad esempio quando io sono andato via dall’Italia, io e i miei amici abbiamo detto “oh mi raccomando, non perdiamoci di vista” cioè “rimaniamo in contatto”, ok? Telefono, WhatsApp, videochiamate e quant’altro, ok? “Rimanere in contatto con una persona”.
Quindi io potrei dire a due persone che si stanno allontanando, a due amici potrei dire, “oh, mi raccomando non perdetevi di vista” (voi due, tra di voi).
Così come io e i miei amici ci siamo detti “non perdiamoci di vista” (noi), ok?
“Non perdiamoci di vista”.
Bene, per il video di oggi è tutto. Noi ci vediamo alla prossima. Ciao. A proposito di “non perdersi di vista” chi di voi si ricorda quella canzone di Eros Ramazzotti (anni 80) che faceva: “senza perderci di vista, senza perderci di vista”. Fatemi sapere nei commenti, ciao.
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